FOTO TURCHIA 2007

Alcune immagini significative, è in lavorazione un DVD con tutte le foto ed alcuni filmati, chi fosse interessato mi può scrivere all'indirizzo yoghybiker@libero.it

Sullo sfondo il Monte Ararat

Safranbolu

Amasra - Mar Nero

Giresun

strada per il monastero di Sumela

Kars - Tarik il mio amico poliziotto

la rete del confine turco-armeno

Kurdistan - Lago Van

Tuz Golu - il lago salato

per la Goldwing ci vuole il tappeto!!!

Incontro in autostrada con Feza, mio grande amico di istanbul

Feza & Berrin

People from Turkey

Luoghi e personaggi

Ankara

Capitale della Turchia (oltre tre milioni di abitanti), situata nell’immenso altopiano anatolico a 850 metri di altezza, è l’antica Anchiria (l’àncora), fondata secondo la mitologia greca da re Mida che ricevette in sogno l’ordine da Dio di edificare una città nuova nel luogo ove si trovava l’Arca di Noè; re Mida non riuscì a trovare l’ Arca, ma trovò in compenso un’ àncora che secondo il re apparteneva all’Arca di Noè e fondò pertanto la città chiamandola Anchiria (l’àncora). A dispetto della mitologia, le origini di Ankara sono remote; grazie a numerosi reperti rinvenuti, risalenti al II millennio a.C., sappiamo che la zona fu abitata sin dall’età del bronzo dagli Hatti; in seguito la regione fu occupata dai Lidi, dai Persiani ed infine dai Galati che, popolo di marinai, fondarono la città chiamandola Anchiria che significa per l'appunto l’àncora.

 

Occupata dai Romani durante l’impero di Augusto, che trasformò la città in una località d’arte, subì successivamente la dominazione dei Bizantini, dei Persiani, dei Crociati e dei Mongoli e durante la prima guerra mondiale, dei Greci, degli Inglesi e degli Italiani; fu nel 1923 che Ankara divenne la capitale della Turchia grazie a Mustfà Kemal che fondò la repubblica Turca e realizzò alcune riforme che hanno permesso al paese di diventare una moderna nazione di stile occidentale; Mustafà Kemal viene ricordato con l’appellativo di Ataturk, ovvero “padre dei Turchi”. Oggi Ankara si presenta come una modernissima città, sede di ministeri, ambasciate ed università; turisticamente la città non offre molto ed i prezzi sono più cari rispetto al resto del paese.

Mustafà Kemal - Ataturk

Atatürk Soprannome di Mustafa Kemal (Salonicco 1881 - Istanbul 1938), generale e uomo politico turco, primo presidente della Repubblica turca (1923-1938). Nel 1934 la Grande Assemblea nazionale, come riconoscimento dei servigi resi alla nazione, lo chiamò Atatürk ('padre dei turchi'). Allievo dell'Accademia militare di Istanbul, aderì al movimento dei Giovani Turchi, che si batteva per l'instaurazione di un governo liberale contro l'impero ottomano, di cui la Turchia era il nucleo centrale.

 

Le autorità imperiali, sospettando le sue attività segrete, lo inviarono in Siria, in una sorta di esilio, dove però Atatürk fondò un'altra società segreta, detta Patria e libertà (1906); l'anno successivo, spostatosi a Salonicco, strinse rapporti con il movimento Unione e progresso, che nel luglio del 1908 fu tra i fautori della rivoluzione dei Giovani Turchi. Tra il 1911 e il 1912 combatté sul fronte libico contro l'Italia, nella guerra italo-turca, e durante la guerra dei Balcani (1912-13) organizzò la difesa dei Dardanelli.

 

Durante la prima guerra mondiale, in cui la Turchia era alleata della Germania, Atatürk respinse l'invasione nemica nella campagna di Gallipoli (1915). Combatté nel Caucaso e in Siria, dove fu a capo di una divisione speciale immediatamente prima della firma dell'armistizio (ottobre 1918). Ritornato a Istanbul e preoccupato per la spartizione dell'Anatolia decisa dagli Alleati, Atatürk cercò di rafforzare il movimento nazionalista e di radunare un esercito per opporre resistenza al governo di Costantinopoli, disposto ad accettare le clausole del trattato di Sèvres (1920), che assegnava alla Grecia il controllo di gran parte dei territori dell'Anatolia. Atatürk non riconobbe il trattato e insediò ad Ankara un governo provvisorio: la Grande Assemblea nazionale. Quindi respinse l'occupazione greca riconquistando Smirne, tutta l'Anatolia e la Tracia orientale.

 

Negli anni della sua presidenza varò una serie di riforme costituzionali e sociali: nel 1922 abolì il sultanato ottomano e l'anno seguente proclamò la repubblica, di cui egli stesso fu il presidente. La legge islamica venne soppiantata da un nuovo codice di leggi laiche sul modello occidentale; furono introdotti l'alfabeto latino, il calendario occidentale e si invitò la popolazione a vestirsi all'europea. L'islamismo cessò di essere la religione ufficiale dello stato. Nel 1923 Atatürk fondò il Partito del popolo (chiamato Partito repubblicano del popolo nel 1924), che rimase l'unico partito di governo, praticamente senza interruzioni, fino al 1945.

Monte Nemrut

In cima al Monte Nemrut, alto 2.150 metri, considerata la montagna più alta della Mesopotamia del nord, è situato il gigantesco santuario funerario eretto nel I sec. a.C. dal Re Antioco I di Commagene.

L'ingegnosità dimostrata per creare questo tumulo artificiale, fiancheggiato da terrazze ove posano le colossali statue di Apollo, Giove, Ercole, Tyche, Antioco ed altri continuano a stupire i visitatori.

II tempo ha purtroppo danneggiato queste sculture; i torsi e le teste così ben scolpiti, giacciono davanti ai loro piedi.

Cappadocia

  I “camini delle fate"

 

Un labirinto di torri, crepacci, canyon, pinnacoli e castelli rupestri: è un paesaggio fiabesco quello che si presenta agli occhi di chi raggiunge la Cappadocia, quella magica regione con al centro le città di Nevsehir, Avanos e Urgup.

Non sono forse degni di un libro di favole gli enormi funghi di pietra che, guarda caso, qui tutti chiamano "camini delle fate"? Non si tratta però di un incantesimo: il corrugamento della superficie terrestre nel bel mezzo di un altopiano a 1.000 metri d'altitudine, nell'Anatolia centrale, è il risultato della paziente opera (durata qualche milione di anni) di Madre Natura, complici due vulcani assopiti da tempo. Dapprima rifugio di anacoreti ed eremiti cristiani, poi di intere popolazioni che scavarono le loro abitazioni nel tufo, la zona si è trasformata in epoca bizantina in uno straordinario universo rupestre. La più popolata era la valle di Goreme, dove sono state censite 365 chiese, alcune delle quali splendidamente affrescate. C'erano anche una decina di misteriose città sotterranee: Derinkuyu è la più grande, nove piani sovrapposti sotto il livello del suolo, in cui ci si rifugiava in caso di incursioni nemiche.

 

Le Chiese e le Città Sotterranee

Il panorama incantevole dei "Camini delle fate" non è la sola attrazione della Cappadocia. All'interno delle formazioni laviche coniche delle valli di Goreme, di Zelve, di Soganli, si celano chiese rupestri e cappelle decorate con suggestivi affreschi di epoca bizantina. Si dice che le chiese siano circa tremila. Tra quelle più famose, la chiesa del Serpente, quella di Santa Barbara, le chiese di Carikli, Elmali e Yianli, la chiesa della Fibbia e quella di Tokali, la chiesa di Cavusin e quella di San Teodoro. Ma c’è di più, Qui, per secoli e secoli, le popolazioni locali crearono i loro rifugi sotto il livello del suolo. Per sfuggire alle persecuzioni e ai saccheggi gli abitanti scavarono sottoterra intere città, dotate di pozzi di aerazione e articolate in zone dormitorio, refettori, depositi di grano, magazzini, stalle, cucine comuni e luoghi di incontro. Per chi non soffre di claustrofobia, Kaymakli, Mazi, Derinkuyu e Ozkonak sono un buon motivo per una visita.

 

Nevşehir, capoluogo di provincia, è considerata la porta della Regione della Cappadocia. Tra i monumenti rimasti nella città propriamente detta, s'incontrano il castello selgiuchide situato in cima alla collina, e la Moschea di Kursunlu, costruita per il gran Vizir Damat Ibrahim Pasa La moschea forma una parte del complesso di costruzioni che includono una medrese, un ospizio ed una biblioteca. La fontana per le abluzioni, situata nel cortile, porta ancora le sue iscrizioni originali. Il museo di Nevsehir espone opere locali.

 

Le violente eruzioni dei vulcani Monte Erciyes (m 3.916) e Monte Hasan (m 3.268), avvenute tre milioni di anni fa, avevano ricoperto l'altopiano intorno a Nevsehir con tufo, una polvere composta da lava, cenere e fango. I venti e le Piogge, erodendo queste rocce friabili, hanno creato dei paesaggi surrealistici spettacolari di rocce a forma di sono, di pinnacoli, di burroni scoscesi, dipinti con dei toni che variano dal rosso all'oro e dal verde al grigio.

 

Il Parco Nazionale di Göreme, conosciuta al tempo dei romani sotto il nome di Cappadocia, è uno di quei rari luoghi al mondo nei quali l'opera dell'uomo si mescola sapientemente al paesaggio circostante. Delle abitazioni vennero scavate in questa roccia a partire dal 4000 a.C. Ai tempi di Bisanzio, cappelle e monasteri vennero scavati nella roccia; i loro affreschi con toni ocra, riflettono i colori del paesaggio circostante. Ancora oggi si vedono emergere armonicamente nel paesaggio abitazioni scavate nei coni di roccia e villaggi di tufo vulcanico.

 

Il Museo all'aria aperta di Göreme, un complesso monastico di chiese e cappelle rupestri tappezzate di affreschi, è uno dei siti più famosi della Turchia. La maggior parte delle cappelle sono datate dal X al XIII secolo, periodo bizantino e selgiuchide, e sono costruite su un piano a forma di croce, la cui cupola centrale è corretta da quattro colonne. Nelle navate laterali di molte chiese ci sono delle tombe rupestri. Tra le chiese più famose di Goreme, citiamo la Chiesa di Elmali, la più recente e la più piccola del gruppo, la Chiesa Yilanli (Chiesa coi serpenti) con affascinanti affreschi dei dannati tra le spire di serpenti, la Chiesa di Santa Barbara e la Chiesa di Carikli. A breve distanza da questo gruppo centrale abbiamo la Chiesa di Tokali, o Chiesa della Fibbia, con bellissimi affreschi di scene tratte dal Nuovo Testamento.

 

La città stessa di Göreme (Avcılar) è situata in una valle piena di coni e camini di fate. Si Possono vedere caffè, pensioni e ristoranti scavati nella roccia. Per chi desidera fare acquisti vi è una vasta scelta di kilim e tappeti. uchisar

 

Proseguendo sulla strada appena fuori Goreme, si entra in una delle valli più belle della zona. Formazioni rocciose di un mondo fantastico appaiono innanzi a voi, attirando il vostro sguardo su questa meraviglia del creato. Salendo lungo la gradinata fino in cima alla Fortezza di Uçhisar, potrete godere di una magnifica vista panoramica di tutta la regione sottostante. Tappeti, kilim e souvenirs si possono acquistare dai negozi lungo le stradine strette di Uchisar.

 

A Çavuşin, sulla strada a nord di Goreme, si trovano una chiesa con una triplice abside ed il Monastero di San Giovanni Battista. Nella città stessa vi sono cappelle e chiese; qualcuna delle abitazioni rupestri è pure abitata. Camini di Fate fiancheggiano la strada da Cavusin a Zelve. Sfortunatamente, è pericoloso visitare le chiese di questa valle, perchè l'erosione ha causato dei danni non visibili e determinati.

 

La simpatica città di Avanos, sulle rive del Fiume Rosso (Kizilirmak), presenta un'architettura autoctona, ed è conosciuta per il suo artigianato. Ogni anno, nel mese di agosto, la città celebra il Festival dell’Arte e del Turismo, creando un'atmosfera amichevole. La ceramica è il prodotto artigianale più popolare; potete provare anche voi a fare un vaso in uno dei tanti ateliers. Vengono pure tessuti bei tappeti, facendo rivivere quest'arte.

 

Sulla strada Nevsehir-Urgup, non perdete l'occasione di vedere Ortahisar, con la sua fortezza rupestre. Le chiese della valle di Balkan sono tra le più antiche della regione di Goreme. Nella vicina Valle di Hallac, l'omonimo monastero offre alla vista delle bellissime decorazioni murali del X e XI secolo.

 

A nord di Ortahisar, la Valle di Kızılçukur è di una bellezza strabiliante, soprattutto al tramonto. In questa valle troviamo la chiesa Uzumlu del IX secolo.

 

Le città sotterranee di Kaymaklı, Derinkuyu, Mazı, Özkonak e Tatlarin furono tutte utilizzate dai cristiani nel VII sec. per sfuggire dalle persecuzioni. Rifugiandosi in queste città ben nascoste, i cristiani evitarono il conflitto iconoclastico con Bisanzio e le invasioni. Queste città avevano depositi per il grano, stalle, camere da letto, cucine e condutture d'aria. Oggi esse sono ben illuminate e costituiscono la parte eccenziale e più affascinante di una gita in Cappadocia.

 

Urgup, vivace centro turistico alle falde di antiche abitazioni rupestri, può essere considerato una base eccellente per coloro che desiderano visitare la Cappadocia. Nella città stessa è possibile osservare come la gente viveva in queste abitazioni rupestre. Per l'acquisto di tappeti e kilims, vi è una grande possibilità di scelte presso i venditori in città. Il carattere degli abitanti è colorato come i loro tappeti; offrono ai loro clienti tè, caffè oppure un bicchiere di vino, intavolando piacevoli conversazioni.

 

Lasciata la città, dirigendovi verso il sud, raggiungerete la simpatica e isolata Valle di Pancarlık, dove vi fermerete per visitare una chiesa del XII secolo con i suoi splendidi affreschi, come pure la Chiesa di Kepez del X secolo. Continuando verso il tipico villaggio di Mustafapasa (Sinasos), le tradizionali case di pietra con le fasciate scolpite vi trasporteranno in un'altra epoca.

 

Proseguendo il vostro itinerario verso sud, attraversate il villaggio di Cemil. Qui, un sentiero che si trova sulla parte occidentale della strada, vi condurrà alla Valle Keşlik dove troverete il complesso di un monastero, come pure le Chiese di Karakilise e di Meyvali, entrambe decorate con affreschi. Di ritorno sulla strada maestra, arriverete al villaggio di Taşkınpaşa, ove la Moschea Caramanide (Karamanid) ed il complesso del mausoleo con le vestigia del portale della medrese (XIV sec.), costituiscono un diversivo. Nel successivo villaggio di Şahinefendi, la Chiesa di Kirksehitler del XII sec. con bellissimi affreschi, si trova alla fine del sentiero, a 500 metri ad est del villaggio.

 

Soğanlı, a km 50 a sud di Urgup, è una valle pittoresca con innumerevoli cappelle, chiese, sale, case e tombe. Gli affrecchi dall'VIII al XIII secolo tracciano lo sviluppo della pittura bizantina.

 

kayseri

Ad ovest della Cappadocia e al di là delle montagne, troviamo Kayseri, la Cesarea dei tempi di Roma. La città si erge alle falde del Monte Erciyes (m 3916), un vulcano spento. Durante l'inverno questa montagna offre eccellenti piste per gli sciatori e buoni alberghi. Situati accanto alla fortezza bizantina, la Moschea Huant Hatun, la Medrese, il Mausoleo dì Mahperi Hatun rappresentano il primo complesso selgiuchide dell' Anatolia. La Medrese è oggi un Museo Etnografico. A sud di questo complesso, vediamo il Doner Kumbet del 1276 con le sue belle decorazioni, costruzione di classica semplicità.

 

Importante città selgiuchide, Kayseri era un centro di studi; di conseguenza, qui troviamo, tra i monumenti storici, un gran numero di "Medrese". Quelle che interessano particolarmente per la loro forma architettonica selgiuchide sono la Cifte Minareli (Giyasiye e Sifahiye) Medrese, la prima scuola selgiuchide di anatomia costituita nel 1205, che oggi ospita il Museo della Storia della Medicina Gevher Nesibe. Non molto lontano si trova la graziosa Sahabiye Medrese. Vicino al bedesten della cittàa vi è la Moschea Ulu del XII secolo. La Moschea di Haci Kilic, a nord della Cifte Medrese, risale al 1249. Il Museo Ataturk si trova nella residenza di Resit Aga. Questa residenza di stile ottomano contiene gli oggetti personali di Ataturk. Di fronte è situata la residenza di Gupgupoglu, dove è stato allestito il Museo Etnografico.

 

Kayseri è uno dei centri di tessitura di tappeti e kilim più importanti dell'Anatolia. Ad est di Kayseri Bunyan è il più importante centro di tessitura di tappeti e a sud di Kayseri Yahyali è il più importante centro di tessitura dei kilim. Tappeti finemente tessuti ed annodati con bei motivi floreali perpetuano la secolare tradizione.

 

Il 14 agosto, chi si trova a passare per l'antica città di Hacibektas (venti minuti di macchina a nord di Gülşehir, in Cappadocia), troverà aria di festa e grande folla di fedeli. Si tratta dell'ultima cerimonia superstite in una lunga tradizione. Hacibektas deve il suo nome al grande capo sufita Haci Bektas Veli, fondatore dell'ordine dei Bektashi, che fino a un paio di secoli orsono ebbe numerosissimi seguaci. La comunità, sostenitrice di un islamismo tollerante e aperto, ha ancor oggi la sua sede qui, dove è sepolto il santo fondatore e dove un convento conserva ancora testimonianze della vita quotidiana delle confraternite.

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