Quest’anno il megaraduno si svolgeva a Simancas, nuova sede rispetto alla classica Boecillos, pertanto nuovo desiderio di esserci dopo la fantastica esperienza del 2007. La partenza programmata per giovedì 10 gennaio, a causa delle condizioni meteo poco favorevoli, è stata anticipata a mercoledì 9, giorno indicato dai vari siti che si occupano di previsioni meteo come quello migliore per viaggiare. Appuntamento a Gianfranco Cutini nell’area di servizio prima di Varazze per le 16,00 di mercoledì. Il mattino corro come un pazzo per sbrigare le ultime faccende inerenti il lavoro ed evado gli ordini più urgenti ed importanti. Tutto di corsa come al solito, borsa preparata in tutta fretta all’ultimo minuto e via di corsa sulla moto con un leggero ritardo sulla tabella di marcia. Il freddo pungente, temperatura mai superiore ai 3/4 gradi mi accompagna fino al Turchino dove si abbassa fino allo 0 mentre nella mia testa i pensieri del tipo ma chi me lo fa fare, solo dei pazzi partono l’8 gennaio per fare 4000 km in 5 giorni etc. etc. Le uniche consolazioni erano che avevo finalmente potuto indossare i pantaloni da moto superimbottiti ideali per viaggiare in inverno avendo perso qualche kg nell’ultima settimana, che avevo un altro pazzo in mia compagnia, partito da Arezzo in mattinata e che dopo il Turchino, una volta arrivato in riviera, avrei sicuramente trovato temperature più miti con almeno 10 gradi in più. Così è stato, temperatura gradevole e Gianfranco tutto sorridente, puntuale come un orologio svizzero ad attendermi nel luogo prestabilito. Un bel caffè doppio per riscaldarmi e verso le 16,30 partenza in direzione Spagna. Nessun programma particolare, avanti fino a che si ha voglia di guidare. Tutta autostrada fino ad Aix en Provence per la sosta notturna nei soliti, economici e più che dignitosi motel francesi della catena Formula 1 (30,00 euro per la camera tripla) Gianfranco si accomoda nel letto sopraelevato, solo per questioni di sicurezza come da legge 626 francese relativa ai carichi sospesi ed Io nel lettone matrimoniale. Non mettiamo la sveglia sicuri di svegliarci verso le 6,30 come nostro solito ma invece è il mio cellulare, bollente a causa delle numerose chiamate dei miei clienti, che verso le 8,30 ci fa alzare dal letto. Dopo una abbondante colazione partiamo, e dopo qualche km della noiosissima autostrada piena di caselli, nei pressi di Montpellier la abbandoniamo per percorrere le sempre piacevoli statali francesi, piene di scorci e paesaggi da fiaba. Finiamo così per divertirci come dei matti su strade perfette, piene di curve e controcurve, su e giù per i Pirenei. Dopo numerose soste per scattare foto e rifocillarci con le baguette acquistate in mattinata, ben imbottite con prosciutto e formaggio, raggiungiamo prima Leida e poi Saragozza in terra spagnola dove pernottiamo in un hotel che pare un castello. Il tempo è stato spettacolare, un bel sole in un cielo limpido ci hanno accompagnato sui Pirenei con le cime delle montagne innevate a far da cornice. Due fatti importanti da segnalare, alla seconda baguette la cinghia dei miei pantaloni non ha retto ed è partita come un proiettile che ha rischiato di decapitare Gianfranco, per essere bastardi fino in fondo ci siamo divertiti a far soffrire un nostro amico che doveva essere con noi ma all’ultimo memento ha rinunciato preoccupato dalle condizioni meteo, inviando mms filmati del cielo limpido e dei panorami mozzafiato alle nostre spalle. In hotel scambiamo 2 parole con 2 motociclisti spagnoli che sono arrivati a cavallo di 2 bellissime Harley Davidson, una addirittura del 1940 con il cambio laterale a leva, dopo 4 chiacchiere ed una cenetta a base di pesce ci infiliamo a letto. Finalmente arriva il venerdì, il giorno dell’arrivo a Simancas, partiamo presto e con i navigatori impostati su percorsi non autostradali ci dirigiamo verso nord-ovest, sotto una pioggerellina leggera, ad andatura brillante nei pochi tratti liberi dai numerosi TIR che affollano le statali spagnole. Su è giù per le colline resistendo alle raffiche di vento laterale, qualche sorpasso di troppo anche in zone vietate e ci ritroviamo inseguiti da una anonima Lancia Libra SW grigia che una volta alle nostre calcagna riesce a sorpassarci e come d’incanto, come in un cartone animato giapponese, si trasforma in una macchina supertecnologica della GUARDIA CIVIL, display che si sollevano, luci che lampeggiano, di tutto e di più, scendono 2 tipi che in pochi secondi da anonimi passeggeri diventano gendarmi superattrezzati. Non potendo negare la serie di infrazioni commesse Io non provo neppure ad abbozzare una trattativa, invece Gianfranco, credo con una tessera da bomberos (pompiere) riesce a spuntare uno sconto per entrambi. Ripartiamo tranquilli cercando di stare un po’ più attenti in quanto un gendarme ci avvisa che sulla strada per il Pinguinos ci sono altre 2 macchine civetta, una Fiat ed una Renault. Arriviamo a Valladolid trovando facilmente l’hotel che abbiamo prenotato, l’ingresso è coperto dalle numerose moto parcheggiate, la città è piena di moto di ogni genere e la cosa è sempre strana visto che siamo ai primi di gennaio. Dopo un breve riposo, una telefonata per sentire Roberto, socio GWCI di Milano che era già in zona con un amico, arriviamo al sito del treffen per l’iscrizione. Dopo le numerose piogge della giornata e dei giorni precedenti le pozzanghere ed il fango la facevano da padroni. Ci iscriviamo facilmente ed in breve tempo siamo all’interno del piazzale stracolmo di moto dove parcheggiamo le nostre goldwing che come al solito destano sempre ammirazione e curiosità. Qualche biker si avvicina a Gianfranco che racconta da dove veniamo e da delucidazioni sulla sua moto superaccessoriata. Arriva Roberto, foto di gruppo, un bicchiere di brodino caldo, un caffè , un giro per gli stand tra mille difficoltà dovute all’impraticabilità del terreno e dopo qualche ora ritorniamo in Hotel. La Tv ci mette in allarme, per il sabato sono previste nevicate e piogge su tutto l’arco dei Pirenei ed in Francia con peggioramento della situazione la domenica. Mi ero ripromesso di essere a casa per il lunedì, a differenza di Gianfranco non sono ancora in pensione e devo lavorare tassativamente. Allarmati dalle previsioni e soddisfatti comunque del viaggio di andata, dei luoghi visti e delle emozioni provate, decidiamo di anticipare il rientro per non avere sorprese e così il sabato mattina verso le 9,30 riprendiamo la strada di casa decidendo di attraversare i Pirenei nei pressi dell’oceano Atlantico. Passiamo da Burgos, Vitoria, San Sebastian e raggiungiamo la Francia dove ci attende una noiosa pioggia che ci accompagnerà fino in Provenza per molti km. Avendo dormito molto e fatto una vita regolare durante tutto il viaggio, no sbronze, no cene pesanti ci sentiamo in forma ed in forze e caricati come 2 molle decidiamo di non fermarci a dormire in Francia ma di guidare fino alle nostre rispettive abitazioni. Facciamo brevi soste per la benzina e per brevi spuntini, per l’alimentazione seguo i consigli di Gianfranco, vero esperto del mangiar sano, che mi controlla e mi fa evitare ogni tipo di alimento indigeribile che pregiudicherebbe le mie capacità di guida, già peraltro poco sviluppate. Dopo 20 ore di giuda ininterrotta raggiungo Cantù e mi infilo nel letto alle ore 5,30 di domenica mattina e vengo svegliato dopo circa 2 ore dal trillo del mio cellulare, è arrivato un sms, è Gianfranco che mi dice che sta mettendo la moto in garage, ore 7,30 l’avventura è finita. Ringrazio Gianfranco, una vera roccia, inossidabile ed indistruttibile, accomodante, superpreciso e super organizzato, perfetto compagno di viaggio. YOGHY